Questo libro parla di viaggi, ma il viaggio di cui parla Raniero Regni è quello metaforico e concreto insieme dell'eterno incontro/scontro/relazione con l'altro. Si parla del viaggio come metafora dell'educazione, della relazione intersoggettiva e dell'intera esistenza, frutto di un viaggio da un capo all'altro della vita, dei viaggi vissuti concretamente, intesi come immagini di vita vissuta per analizzare infine l'idea della partenza e del ritorno. È un libro di punti interrogativi, di domande e risposte che assumono tutto il loro spessore pedagogico e filosofico insieme; un viaggio per tutti e di tutti, senza limiti d'età, che si rinnova in ogni stagione dell'esistenza umana.
Le emozioni non sono spontanee, ma organizzate ritualmente: mobilitano una serie di vocaboli e movimenti del corpo che differiscono a seconda della cultura. È quanto mostra David Le Breton in questo testo in cui analizza, tra l'altro, lo statuto del corpo nella comunicazione, i rituali dello sguardo e il mestiere dell'attore, che offre una sorprendente illustrazione del modo in cui le persone usano i segni per vivere e mostrare le proprie emozioni.
L'analisi fenomenologica della complessità e della specificità del mondo affettivo umano e del suo influsso sull'agire della persona guida l'autore di questo saggio ad una conclusione ponderata: il rapporto fra sentimento e razionalità non solo possiede una necessità ontica, ma è necessario anche a livello esistenziale, in cui la persona raggiunge un maggior o minor grado di unità attraverso le sue scelte e le sue azioni.
Il volume verte sulla teologia politica e la filosofia della storia. L'acceso dibattito novecentesco conclude che la prima sia un 'dispositivo escludente' da abbattere. La sua presunta liquidazione ignora che sulla disciplina tutto resta ancora da dire, e che una nuova partenza è possibile. La crisi dell'antropocentrismo apre inedite possibilità per coniugare storia e trascendenza, battendo nuovi cammini nel moto verso un umanesimo inclusivo che colga le implicazioni storico-politiche dell'incarnazione, e che rilanci la ricerca sul senso della storia.
Il paradiso esiste ma anche l'inferno contiene una testimonianza personale del mondo soprannaturale di dio e dei suoi angeli, di satana e dei suoi demoni. Porta un messaggio puntuale e critico del nostro mondo, risultando stimolante per lettori che si pongono domande come: esiste un paradiso e un inferno e qualcosa nel mezzo? Se Dio è buono, perché permette che noi soffriamo? E infine, esiste davvero una giustizia divina?
In questo libro si mostra e si dimostra che ogni gruppo umano, e in ogni epoca, ha parlato di Dio e su Dio mediante forme mitiche e rituali, le quali hanno dato vita alle tradizioni religiose. Il pensiero filosofico ha fatto altrettanto, istanziando Dio o quale garante della ricerca umana ovvero quale ultimo scopo di questa.
Questo libro porta in superficie il lato nascosto del pensiero e della personalità di Marshall McLuhan. È il lato costituito dalla sua esperienza religiosa. I suoi critici sono stati già messi a dura prova nell'esaminare le sue "provocazioni" come "il mezzo è il messaggio" che spostavano l'analisi dei media dal contenuto al canale che lo veicola. Men che meno si sono cimentati nel cogliere l'intima connessione tra le sue tesi sul mondo fisico, riguardanti l'universo dei media e i suoi slanci metafisici, orientati a cogliere ciò che sta oltre la parvenza delle cose. E tanto meno hanno letto tutta la profondità e complessità della sua vita, segnata da un momento topico, quello della sua conversione a 25 anni dalla tradizione protestante della famiglia all'adesione alla vita della Chiesa Cattolica. Questo libro raccoglie i testi fondamentali in cui egli ha espresso, con pudore ma con fermezza, questo suo itinerario culturale e spirituale. Ed ha anche proiettato nel futuro i tratti fondamentali della nostra transizione verso la società postalfabetica, immaginando la non lontana apertura del Concilio Vaticano III necessario per ricollocare il cristiano e l'uomo d'oggi come un protagonista del cambiamento in atto.
C'è prima la persona o prima la società? Per non cadere in una risposta dualistica, bisogna risalire alle radici antropologiche della vita sociale, che stanno alla base delle diverse forme che essa storicamente può assumere. Questo saggio esamina il rapporto tra le tendenze socializzanti innate e le virtù relazionali, alla luce di un'antropologia integrale, nella quale la persona umana è considerata nella sua globalità somatico-psichico-spirituale. Vengono qui esaminati il tessuto di legami in cui è inserita la nostra esistenza e la responsabilità che compete a ognuno nei confronti del cosiddetto capitale sociale.
Il volume esplora una visione alternativa alla mancanza nichilistica di senso, alla presa egemonica della tecnica sulla vita, alla decostruzione genealogica e postumana della persona.
Esiste una natura umana?
Cosa sono il maschile e il femminile?
Domande che attraversano ogni epoca storica. Questo saggio va incontro
agli interrogativi religiosi dell’uomo contemporaneo, coinvolgendolo
in una riflessione sull’essere umano mediante la ri-scoperta
dei biblici racconti delle origini. Questi sono un patrimonio
comune a ebrei e cristiani di tutte le confessioni. Il loro messaggio,
tuttavia, travalica gli steccati socio-culturali rivolgendosi, oggi come
allora, all’essere umano in quanto tale: pagine rivelatrici del significato
profondo della natura umana; è qui la base per una loro lettura
filosofica.
Mentre in tutta Europa circolavano idee rivoluzionarie, Daniel O'Connell guidò il cattolicesimo irlandese alla sfida contro il grande impero inglese con mezzi pacifici. Riuscì a raggiungere obiettivi insperati, per l'epoca, per un cattolico nel Regno Unito.